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abside e la mezza cupola

La Basilica di San Giovanni Maggiore nel centro storico di Napoli rappresenta una delle migliori testimonianze di stratificazione architettonica, dove continui rifacimenti ed interventi di restauro hanno restituito secoli di storia condensata in un unico luogo. Inglobare, reimpiegare: sono le tecniche con le quali si edifica nel cuore di Napoli da millenni, e i reperti anzichè essere isolati, diventano parte integrante di edifici stratificati. Dal periodo classico a quello paleocristiano, fino al barocco e ai più recenti interventi, dall'800 fino al '900, la basilica di San Giovanni Maggiore è uno scrigno di memorie storiche ed artistiche. L'abside rivela infatti tutta la magnificenza stratigrafica. Ai lati, due colonne in marmo cipollino con capitello corinzio sono ciò che resta dell'antico tempio pagano dedicato ad Antinoo e fatto erigere dall'imperatore Adriano. Il maestoso tempio fu poi convertito in chiesa dopo l'editto di Costantino nel IV secolo d.C. Le arcate in laterizio sullo sfondo rivelano infatti l'antica abside semicircolare paleocristiana. Insieme alla chiesa di San Giorgio Maggiore, dei Santi Apostoli e della Pietrasanta, nel VI secolo fu inserita tra le basiliche maggiori. Durante i secoli la basilica subì continue opere di ampliamento e rimaneggiamenti dovuti soprattutto ai terremoti che la interessarano in diverse epoche. Oggi l'abside appare privo del coro ligneo seicentestico, che fu rimosso dalla seconda metà del '900, mettendo così a vista la nudità della muratura e la sua natura fatta di tufo e laterizio. Permane l'altare settecentesco in marmo policromo di Antonio Vaccaro, che solitario si staglia nella semplicità dell'abside privata di ogni decorazione. Per il resto, la basilica conserva la tipica pianta a croce latina con tre navate delimitate da cinque arcate a tutto sesto. Sulla controfacciata si può ammirare il grande dipinto della Predicazione del Battista di Giuseppe De Vivo del 1730. La mezza cupola posta invece tra la navata centrale e il transetto è opera invece di Dioniso Lazzari, del 1635. Lateralmente due grandi altari: uno dedicato al SS Crocifisso e l'altro a Santa Lucia.