Submit to FacebookSubmit to Google PlusSubmit to Twitter

navata maggiore.jpgNel 1352 Giovanna I d' Angiò, per ricordare la sua incoronazione e quella del marito, Luigi di Taranto, ordinò la costruzione di una chiesa con un ospedale annesso. Fu realizzata dalla trasformazione del preesistente Tribunale Regio e venne intitolata a Santa Maria Spina Corona poi cambiato in Santa Maria Incoronata, in relazione alla reliquia in essa custodita. Si trattava infatti di una spina della corona di Cristo che la regina avrebbe ricevuto in dono direttamente dal re Carlo V di Francia e proveniente dalla Saint Chappelle di Parigi. Una reliquia importante che servì a rendere la Chiesa meta di pellegrinaggi oltre a dare lustro e potere alla regina Giovanna e suo marito. Ceduta al controllo dei certosini di San Martino subì uno stato di abbandono dove soltanto nel XVIII secolo fu riaperta al culto e sottoposta a vari interventi in stile barocco. Riacquistò la linea originaria in stile gotico soltanto nel XX secolo quando importanti restauri liberarono la chiesa dalle modifiche barocche per restituirla al suo aspetto iniziale. La Chiesa sorge a 3 metri sotto il livello stradale, a causa dei lavori di rifacimento che interessarono l'aerea durante la costruzione del Castel Nuovo. Il portale d'ingresso, con decorazioni in marmo bianco di Carrara, porta scolpita sull'architrave la corona di spine sorretta da due angeli. Dalla strada sovrastante si nota subito il portico laterale con colonne, fatto di archi a sesto acuto, appartenente al vecchio tribunale, così come la navata maggiore dell'interno, alla quale fu aggiunta la navata minore dopo che l'edificio, nel 1352, diventò luogo di culto. Nella volta a crociera della prima campata, nella navata maggiore, si resta con il naso all'insù ad ammirare quel che resta degli affrechi di Roberto d'Oderisio, uno dei massimi esponenti della pittura napoletana del '300, raffiguranti Storie Bibliche, il Trionfo della Religione e i Sette Sacramenti. In fondo alla navata l'altare e la balaustra in marmo policromo è ciò che resta del rifacimento barocco. Nella navata minore invece gli affreschi raffiguranti storie di re Ladislao sono opera di un pittore marchigiano. Danneggiata prima dai bombardamenti del 1943 e dal terremoto del 1980 dopo, la Chiesa dell' Incoronata, dopo riaperture provvisorie, ha riaperto definitivamente nel giugno del 2014, rendendosi così nuovamente fruibile a chi, passeggiando per via Medina, incuriosito, voglia varcare il cancello d'ingresso per scendere sotto il livello stradale e riscoprire una preziosa testimonianza medioevale.