Submit to FacebookSubmit to Google PlusSubmit to Twitter

Un capolavoro del rinascimento fiorentino nel cuore della Napoli barocca

 

Sacrestia del Vasari1

Passeggiare per Napoli tra Palazzi storici e Chiese monumentali vuol dire perdersi nell'infinità delle decorazioni sfarzose barocche e rococò oppure restare silenti dinnanzi all'austerità del gotico, che qui, più che altrove, arrivò direttamente dalla Francia nella sua forma più pura. Per una città dalla storia millenaria sono tante le contaminazione subite attraverso i secoli e le dominazioni, ed ogni corrente artistica lasciò traccia di sè attraverso innesti e rifacimenti propri del periodo storico in cui si andava affermando. Anche il Rinascimento si espresse a Napoli attraverso diverse opere, nell'architettura come nella scultura, grazie soprattutto all'umanesimo del re Alfonso V d'Aragona che circondò la corte di famosi intelletuali ed artisti. Sebbene il Rinascimento a Napoli fosse contaminato dalle diverse influenze legate all'eterogeneità delle committenze, soltanto dalla fine del '400, l'arte rinascimentale intesa nella sua accezione più pura, irrompe in città attraverso l'opera diretta di maestranze fiorentine, grazie anche ai rapporti favorevoli con Firenze. La chiesa di Sant'Anna dei Lombardi è senz'altro l'espressione più forte del rinascimento fiorentino a Napoli. Qui Giorgio Vasari, nel 1545, lavorò direttamente realizzando gli affreschi della sacrestia (ex refettorio degli olivetani), portando così il manierismo rinascimentale oltre i confini toscani e dello Stato pontificio . La fama del celebre artista arrivò sino a Napoli dove si apprezzò la capacità di realizzare grandi opere in tempi brevi. Nonostante l'edificio avesse già un secolo, il Vasari, dapprima scettico, realizzò il proprio lavoro assecondando l'aspetto tardo gotico preesistente. La sacrestia, scarsamente illuminata, fu imbiancata per garantire una luminosità diffusa. Le volte, divise in tre quadranti, furono affrescate dal Vasari con l'aiuto di Raffaellino del Colle attraverso geometriche decorazioni riguardanti la Fede, la Religione e l'Eternità. Furono eseguiti anche due trittici, conservati oggi al museo di Capodimonte e al museo diocesano. Di notevole pregio sono anche le tarsie quattrocentesche che rivestono le pareti laterali, realizzate da Fra Giovanni da Verona, già presenti nella precedente sacrestia. Ma questo non è l'unico tesoro custodito all'interno della chiesa. Altri ancora sono i riferimenti rinascimentali degni di nota. Tra le cappelle quella Correale conserva le sculture di Benedetto e Giuliano da Maiano, Della Robbia e affreschi di Cristoforo Sacco di Verona, di notevole pregio è anche la cappella Piccolomini, vero capolavoro di equilibrio architettonico, scultoreo e decorativo.compianto sul Cristo morto1 La ricchezza di opere in Sant'Anna dei Lombardi è davvero sorprendente ed ancora una volta, l'ennesimo capolavoro giunge da un'artista modenese Guido Mazzoni, incaricato da Alfonso II d'Aragona per la realizzazione del "Compianto sul Cristo morto" (1492). L'artista, già noto per le sue opere, realizzò a Napoli l'ultima di tali scene, celando tra le figure l'immagine di Ferdinando I e suo figlio Alfonso II. Si tratta di otto sculture a grandezza naturale in terracotta policroma raffiguranti i classici personaggi dell'iconografia del compianto diffusa nel XV secolo. Il realismo delle sculture è impressionante e tutto converge nella drammaticità del momento. Cristo morto giace a terra con una variante rispetto la classica collocazione. Anzichè disporsi orizzontalmente, il corpo disteso si colloca in maniera perpendicolare alla scena, mentre le altre sculture lo circondano dando ancor più un senso di raccoglimento. La grandezza reale, la distribuzione della scena nello spazio in cui si colloca, il pathos emanato dai volti doloranti rendono l'osservatore spettatore silente e partecipe anch'esso al compianto. Nell'atrio esterno in stile gotico è custodito invece il sepolcro dell'architetto Domenico Fontana, proveniente dalla distrutta chiesa di Sant'Anna, la stessa che nel XVIII secolo diede nome alla chiesa di Monteoliveto dopo che l'ordine degli olivetani fu allontanato e sostituito dall'arciconfraternita dei Lombardi. L'atrio fu duramente danneggiato dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. Chiusa per un lungo ventennio di restauri, fu riaperta al pubblico nel 2009. La chiesa di Sant'Anna dei Lombardi è uno scrigno delle più importanti testimonianze del rinascimento fiorentino a Napoli che si manifesta nella sua forma più pura per opera diretta di artisti di prestigio dell'epoca. Una finestra sull'arte rinascimentale nel mezzo del barocco napoletano. Un gioiello prezioso spesso ignorato e ancora non sufficientemente valorizzato. Sant'Anna dei Lombardi è la capacità di Napoli di essere anche...Firenze, e a proposito di Firenze ecco le parole dell'architetto Luigi Catalani: "... Se Firenze è ritenuta dal grande turismo la città dell'arte più importante d'Italia è solo perchè noi abbiamo dimenticato la nostra storia, l'abbiamo occultata a noi stessi irriguardosi di noi stessi. Noi non ci rispettiamo, ma dobbiamo imparare a farlo. Dobbiamo imparare a passeggiare attraverso cardini e decumani incantati dal nostro passato che è molto ma molto più remoto dell'antica Florentia."

clicca sulle anteprime per aprire la galleria fotografica