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IMG 7189Si è tenuto a Massa Lubrense, dal 13 al 20 di ottobre, il meeting internazionale dell'arte delle pietre in equilibrio. Si chiama “stone balancing” e consiste nel creare sculture verticali con il solo impiego di pietre sovrapposte, posizionate in maniera tale da conservare un equilibrio a dir poco surreale che pare sfidare ogni legge della fisica. A metà strada tra la Land Art ed una disciplina zen, lo stone balancing è qualcosa che va oltre la semplice costruzione tecnica dell'opera. Diversi sono i fattori che influiscono per una buona riuscita: la selezione delle pietre, il luogo, la concentrazione. I risultati sono sorprendenti ma raggiungibili soltanto attraverso la realizzazione di un equilibrio interiore che il balancer trasferisce alle pietre e dalle quali, nello stesso tempo, attinge. L'artista, in piena concentrazione, studia attentamente la pietra giusta. Le sue caratteristiche gli parlano. Il colore, la materia, la forma, il peso, sono determinanti. Da oggetti inanimati, le pietre tra le mani dell'artista pulsano di vita propria, sono loro che richiamano per essere scelte. Basta saperle ascoltare. Ciò che conta dell'opera non è nella sua durata, ma nel processo di costruzione e nell'energia positiva sprigionata una volta terminata. E' un'arte effimera infatti, dove la Natura si riappropria di quell'equilibrio che l'artista aveva temporaneamente preso in prestito per trasferire il proprio. Alcune opere durano pochi secondi disfacendosi appena terminate, altre dureranno fino a quando le condizioni naturali lo consentiranno.

Durante il meeting internazionale, gli artisti provenienti da diverse parti del mondo hanno dato vita alle loro creazioni tra le baie e le marine di Massa Lubrense, piccolo comune dell'estrema propaggine della Penisola Sorrentina. Nell'amenità dei luoghi ancora selvaggi e isolati, in una costa avvolta dal mare tra scorci di rara bellezza, qui dove tutto invoglia alla meditazione e alla pace interiore, i balancers hanno trovato lo spazio e la concetrazione giusta per mettersi all'opera. Dalla Cala di Mitigliano a Marina del Cantone, da Marina della Lobra fino alla giornata conclusiva alla Baia di Ieranto, gli artisti hanno dato mostra dei loro lavori sotto gli occhi di quanti, in silenzio, erano accorsi per assistervi dal vivo. Ma la costa di Massa Lubrense è anche la Terra del mito delle Sirene che trovano dimora proprio nella leggendaria Baia di Ieranto. Non a caso proprio questo luogo è stato riservato per l'evento finale. Qui, le suggestioni di un paesaggio naturale mozzafiato si mescolano alla leggenda e alla storia che hanno segnato questo tratto estremo della Penisola. La Baia, racchiusa tra le falesie, si apre all'orizzone lasciando scorgere l'Isola di Capri che da qui pare toccarla con le mani tanto che è vicina. La piccola spiaggia di Capitello, l'unica accessibile via terra, è affollata di bagnanti che godono di un'eccezionale giornata calda autunnale come fosse estate. Ma questa volta i balancers non hanno i piedi in acqua e al dolce suono della risacca preferiscono il silenzio assoluto della cava dismessa che si apre sul versante est della Baia.

IMG 7325bLa cava è la cicatrice più evidente di ciò che resta dell'intensa attività mineraria un tempo praticata. Insieme ad essa, le tramogge, il molo, i vecchi edifici, costituiscono il piccolo complesso di archeologia industriale che, nel recupero dell'intera area da parte del FAI, è diventato ormai parte integrante del paesaggio naturale della Baia di Ieranto. Da quella profonda ferita, in parte sanata dalla natura, i balancers hanno trovato pietre, quiete e ispirazione per dare forma ai loro equilibri. Ma ancora una volta sono le pietre che chiedono di essere scelte. Portano con sé le memorie degli operai che con fatica e sudore, tempi addietro, hanno lavorato in quel luogo. Sulla loro superficie ruvida e irregolare sembra di leggere ancora i segni delle mani e dei volti consumati dallo sforzo e dal tempo. A poco a poco gli equilibri prendono vita. Le pietre vengono attentamente ascoltate, raccolte, studiate, soppesate e disposte l'una sull'altra, interagendo con l'artista che ne trasferisce l'equilibrio, e il risultato è strabiliante. Nella desolazione della cava assolata, dove la natura tenacemente resiste con euforbie e lentisco e macigni enormi si elevano come monoliti, le sculture create sfidano le leggi della fisica elevando l'artista e l'osservatore ad una dimensione spirituale amplificata dalla vastità del mare che si apre di fronte. Camminare tra le pietre in equilibrio è come ritrovarsi in un luogo magico dove l'energia è palpabile, è come attraversare un mondo surreale intriso di curiosità e misticismo. Il sole sta per calare all'orizzonte e la luce dorata che illumina la cava allunga le ombre e infiamma le rocce, rendendo ben riconoscibili le opere disseminate su tutto il campo. L'atmosfera è suggestiva ed il silenzio, rotto solo dal canto dei gabbiani, permea ogni cosa invogliando alla meditazione. Dietro l'Isola di Capri il cielo al tramonto si tinge di sfumature infuocate e, mentre gli ultimi raggi lentamente scompaiono, le pietre perdono i dettagli per lasciare spazio a fantasiose silhouette in controluce. Riprendo la strada per il ritorno mentre sento la Natura riappropriarsi di ciò che è stato temporaneamente scomposto. Basta un filo di vento, una minima variazione termica o qualunque contatto esterno... per rompere l'equilibrio, lasciando che l'opera si sgretoli naturalmente. E così, da una forma all'altra, da un equilibrio all'altro, la Terra riassorbe nuovamente la propria materia, rinnovando, nello stesso tempo, l' invito a ricreare nuove armonie.

 

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Alcuni links utili per saperne di più...

http://bawiint.com/

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