Il sogno di Monet…in Campania

Alle porte di Napoli, nell’antica Valle di Suessola, si cela un tesoro botanico frutto della creatività del suo artefice, Vincenzo Di Vaio: artista poliedrico appassionato di natura e arte che da qualche anno coltiva piante acquatiche tropicali e subtropicali. Lo stagno, nel suo insieme, è una scenografia lussureggiante di rara bellezza dove foglie giganti, verdi, brune o screziate fanno da sfondo a una moltitudine di ninfee dai colori sgargianti. Insieme ad esse colocasie, loto, iris, giunchi, papiri, talia e altre piante palustri si ergono dalla superficie in una varietà di forme e colori. Un grande salice, le cui fronde si protendono fino a toccare l’acqua, tronchi affioranti, isolotti di pietra evocano invece scenari romantici. Nell’insieme, a vederlo, sembra di rivivere le suggestioni dello stagno di Monet dove ben si percepisce “l’aspetto mutevole della Natura” caro all’artista.  Glicini, ponti giapponesi e ninfee rustiche lasciano però posto alla vigoria di una flora acquatica tropicale esuberante, perfettamente acclimatata, che velocemente invade ogni spazio della superficie.

E così alla monotonia classica di specie rustiche si sostituisce un caleidoscopio di ninfee multicolori e fiorifere che come sentinelle si ergono dall’acqua schiudendosi al mattino per poi richiudersi di sera, ad eccezione di alcune varietà cosiddette notturne. Una bellezza effimera ma continua che si sussegue per l’intera stagione fino all’autunno inoltrato rinnovando ogni giorno uno spettacolo diverso in continuo divenire.

Tra tutte, quella che più colpisce è la ninfea gigante Victoria cruziana dalle ampie foglie e dalla spettacolare fioritura notturna cangiante. Le foglie enormi e spinose si espandono velocemente giorno dopo giorno occupando ogni angolo di superficie libero, invadendo le specie circostanti con forza. Una lotta per lo spazio dove forme e colori si fondono come in una tavolozza vivente i cui elementi naturali si compongono attraverso le capacità visionarie di Vincenzo che con cura e passione ne segue la crescita e l’aspetto compositivo dell’intera scenografia vegetale. Oltre lo stagno, vasche, mastelli, canali ospitano anch’essi piante acquatiche come nursery per esuberi e nuove specie. La crescita è veloce perchè tutto sarà destinato ad esaurirsi nell’arco di una stagione. Ogni specie è invasiva e va contenuta in modo da preservare lo spazio ad essa destinato senza comprometterne l’aspetto. Tutto ciò richiede una cura e un lavoro di manutenzione costante cui Vincenzo dedica diverse ore al giorno. Le braccia sono così come pennelli con le quali spostare, strappare, recidere fiori e foglie ormai morenti e a ogni gesto corrisponde una bozza impressa su una tela vegetale che cambia velocemente. Ogni azione e ogni parola in merito allo stagno trasuda passione e voglia di sperimentare ancora e mai come in questo caso risuonano autentiche le parole di Sir Walter Scott: ! “Nulla è più figlio dell’arte di un giardino” ( e se fosse acquatico…Ancor di più! )

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