Nell’Orto botanico della Reggia borbonica di Portici (Na) alcuni esemplari di Welwitschia mirabilis custodite preziosamente in una collezione unica in Europa. Originaria delle aree desertiche sud-occidentali dell’Africa, tra la Namibia e l’Angola, questa pianta ha trovatonel suolo lavico e nel clima mite le condizioni favorevoli per vivere, tanto che soltanto qui è possibile osservare esemplari di modeste dimensioni che costituiscono così il fiore all’occhiello dell’intera collezione. L’Orto è oggi parte della Facoltà di Agraria e tra le sue collezioni, quella delle piante desertiche è senz’altro la più importante per varietà (circa 600 specie). Ho visitato numerosi giardini botanici, ma quello che s’incontra qui è qualcosa di estremamente insolito e raro a vedersi. Sul substrato lavico e arido, un’ammasso contorto di foglie coriacee attorcigliate sembra rievocare specie primordiali dall’aspetto mostruoso. Darwin stesso la definì “l’ornitorinco” del regno vegetale, per indicarne l’aspetto peculiare e insolito. Il suo nome in lingua afrikaans è tweeblaarkanniedood, il cui significato, ” due foglie non possono morire”, sottolinea la caratteristica della pianta di sviluppare foglie a crescita continua durante l’intera vita . Le foglie, nastroformi, larghe fino a 50 cm e lunghe fino a 5 m, crescono continuamente dalla base, seccando la parte terminale che col tempo ingiallisce e muore. Malgrado l’aspetto, hanno una remota correlazione con le gimnosperme (conifere…) per via delle piccole pigne che portano le infiorescenze. La longevità della Welwitschia è tale che sono stati riscontrati esemplari di circa 2000 anni. Pertanto è da considerarsi un vero e proprio fossile vivente.
Ad osservarla si fa veramente fatica a capire cosa si sta guardando tanto che appare strana, dura, contorta….sembra un mostro arrivato dalla preistoria, immagino lo spettacolo nel vederle nel loro habitat naturale, in Namibia, dove si trova l’esemplare più grande esistente con un’altezza di 1,40 m e un diametro di 4 m.
– See more at: http://www.vincenzodinuzzo.altervista.org/index.php?option=com_content&view=article&id=114:due-foglie-non-possono-morire&catid=38:articoli&Itemid=134#sthash.CXt1ZFRB.dpuf
Nell’Orto botanico della Reggia borbonica di Portici (Na) alcuni esemplari di Welwitschia mirabilis custodite preziosamente in una collezione unica in Europa. Originaria delle aree desertiche sud-occidentali dell’Africa, tra la Namibia e l’Angola, questa pianta ha trovatonel suolo lavico e nel clima mite le condizioni favorevoli per vivere, tanto che soltanto qui è possibile osservare esemplari di modeste dimensioni che costituiscono così il fiore all’occhiello dell’intera collezione. L’Orto è oggi parte della Facoltà di Agraria e tra le sue collezioni, quella delle piante desertiche è senz’altro la più importante per varietà (circa 600 specie). Ho visitato numerosi giardini botanici, ma quello che s’incontra qui è qualcosa di estremamente insolito e raro a vedersi. Sul substrato lavico e arido, un’ammasso contorto di foglie coriacee attorcigliate sembra rievocare specie primordiali dall’aspetto mostruoso. Darwin stesso la definì “l’ornitorinco” del regno vegetale, per indicarne l’aspetto peculiare e insolito. Il suo nome in lingua afrikaans è tweeblaarkanniedood, il cui significato, ” due foglie non possono morire”, sottolinea la caratteristica della pianta di sviluppare foglie a crescita continua durante l’intera vita . Le foglie, nastroformi, larghe fino a 50 cm e lunghe fino a 5 m, crescono continuamente dalla base, seccando la parte terminale che col tempo ingiallisce e muore. Malgrado l’aspetto, hanno una remota correlazione con le gimnosperme (conifere…) per via delle piccole pigne che portano le infiorescenze. La longevità della Welwitschia è tale che sono stati riscontrati esemplari di circa 2000 anni. Pertanto è da considerarsi un vero e proprio fossile vivente.
Ad osservarla si fa veramente fatica a capire cosa si sta guardando tanto che appare strana, dura, contorta….sembra un mostro arrivato dalla preistoria, immagino lo spettacolo nel vederle nel loro habitat naturale, in Namibia, dove si trova l’esemplare più grande esistente con un’altezza di 1,40 m e un diametro di 4 m.
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Nell’Orto botanico della Reggia borbonica di Portici (Na) alcuni esemplari di Welwitschia mirabilis custodite preziosamente in una collezione unica in Europa. Originaria delle aree desertiche sud-occidentali dell’Africa, tra la Namibia e l’Angola, questa pianta ha trovatonel suolo lavico e nel clima mite le condizioni favorevoli per vivere, tanto che soltanto qui è possibile osservare esemplari di modeste dimensioni che costituiscono così il fiore all’occhiello dell’intera collezione. L’Orto è oggi parte della Facoltà di Agraria e tra le sue collezioni, quella delle piante desertiche è senz’altro la più importante per varietà (circa 600 specie). Ho visitato numerosi giardini botanici, ma quello che s’incontra qui è qualcosa di estremamente insolito e raro a vedersi. Sul substrato lavico e arido, un’ammasso contorto di foglie coriacee attorcigliate sembra rievocare specie primordiali dall’aspetto mostruoso. Darwin stesso la definì “l’ornitorinco” del regno vegetale, per indicarne l’aspetto peculiare e insolito. Il suo nome in lingua afrikaans è tweeblaarkanniedood, il cui significato, ” due foglie non possono morire”, sottolinea la caratteristica della pianta di sviluppare foglie a crescita continua durante l’intera vita . Le foglie, nastroformi, larghe fino a 50 cm e lunghe fino a 5 m, crescono continuamente dalla base, seccando la parte terminale che col tempo ingiallisce e muore. Malgrado l’aspetto, hanno una remota correlazione con le gimnosperme (conifere…) per via delle piccole pigne che portano le infiorescenze. La longevità della Welwitschia è tale che sono stati riscontrati esemplari di circa 2000 anni. Pertanto è da considerarsi un vero e proprio fossile vivente.
Ad osservarla si fa veramente fatica a capire cosa si sta guardando tanto che appare strana, dura, contorta….sembra un mostro arrivato dalla preistoria, immagino lo spettacolo nel vederle nel loro habitat naturale, in Namibia, dove si trova l’esemplare più grande esistente con un’altezza di 1,40 m e un diametro di 4 m.
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