È il 27 Agosto del 2017, dopo 7 anni, l’antico rituale tanto atteso sta per ripetersi. È l’atto di penitenza collettivo più grande del mondo occidentale, sopravvissuto fino ad oggi, in bilico tra un estremo atto di fede e il sonno della ragione, che annebbia le menti fino alla totale abnegazione verso Dio. Un momento per espiare colpe e peccati come atto di assoluzione e devozione alla Vergine Assunta alla quale i guardiensi sono tanto devoti. Sono le ore sette del mattino e il piccolo borgo medioevale del beneventano di Guardia Sanframondi è già all’erta per regolare in sicurezza il grande flusso di visitatori previsti in giornata. È la giornata della Processione Generale, quella finale, che vedrà coinvolti più di 3000 partecipanti e 90 mila visitatori accorsi da ogni dove. In questo giorno, tutte le processioni dei quattro rioni ( Croce, Portella, Fontanella e Piazza) che hanno preso parte durante tutta la settimana, convergono di domenica in un’unica grande e solenne processione, che vedrà in più la partecipazione dei battenti.
Sono circa 1000, celati nell’anonimato dei loro sai e cappucci bianchi che lasciano intravedere solo gli occhi. Stretti in una mano un crocefisso e l’immagine sacra della Vergine Assunta, nell’altra una spugna in sughero rivestita con 33 spilli con la quale si battono a sangue il petto. Tra di essi alcuni collaboratori spargono aceto sulle spugne a chi tende la mano. A seguire i flagellanti, anch’essi in saio e capuccio bianco, si flagellano invece la schiena con una disciplina in ferro a tre corde. È un corteo senza fine intervallato da atti di penitenza cruenti, flagellazioni, canti corali, liturgie, e le rappresentazioni dei cosiddetti Misteri, dove migliaia di figuranti sono coinvolti in scene del Nuovo e Vecchio Testamento come fossero quadri viventi. È impressionante come ciascuno interpreti a pieno il personaggio scelto a rappresentare.
Dagli abiti alle espressioni in viso, tutto appare curato nel minimo dettaglio tanto da rendere ogni scena verosimile. Uomini, donne, bambini, anziani, ciscuno è presente con partecipazione e orgoglio procedendo a passo lento, congelati nell’attimo più rappresentativo della scena. A poco a poco ogni Mistero avanza con i suoi figuranti, ed alcuni procedono a ritroso per restare fedeli alla composizione ed aumentare la fatica. Qui tutto è penitenza e devozione. Tutto si svolge in un accorato e rispettoso silenzio.
La processione procede molto lentamente e i battenti si percuotono il petto senza sosta. Il sudore, l’aceto versato, il sangue, impregnano le vesti mentre nell’aria l’odore acre e nauseabondo invoglia ad allontanarsi. All’improvviso un colpo di mortaretto e tutti i fedeli giù in ginocchio in segno di profonda devozione. È l’attimo in cui la statua della Madonna varca l’uscita del Santuario per raggiungere Piazza Castello. Qui, i battenti si ricongiungeranno alla loro madre spirituale in uno dei momenti più intensi della processione. Giungeranno dinnanzi alla statua in ginocchio battendo il petto con più veemenza. È il momento di massima devozione dove ogni cosa appare fuori dalla ragione e traslato ad una dimensione mistica e arcaia di difficile comprensione. Dopo l’incontro i battenti si disperdono e spogliati del saio, tornati in abiti civili, mischiandosi tra i fedeli per continuare a seguire la processione fino al rientro della Vergine Assunta in santuario.