Il comune di Scala, in Costa d’Amalfi, è il più antico della costiera, fondato nel IV secolo, secondo la tradizione, da alcuni Romani naufragati mentre erano in viaggio verso Costantinopoli. Il suo passato dalla storia millenaria la vide baluardo fortificato a difesa della costiera amalfitana e sede vescovile per molti secoli, tanto da vantare un gran numero di chiese. Tra queste la Basilica di Sant’Eustachio è forse la più rappresentativa, con le sue imponenti vestigia erette a strapiombo sulla costa. La Basilica si colloca lungo la cordonata che da Scala conduce ad Amalfi, attraversando la frazione di Pontone con ben 3000 gradini per circa 3km. Fu edificata nel XII secolo per volontà della nobile famiglia D’Afflitto, che vantava una discendenza diretta con il martire romano San’Eustachio.
Di tradizione romanica, presenta nella struttura le caratteristiche tipiche dello stile: le tre navate, il portico d’ingresso, il transetto, le tre absidi cilindriche…Esternamente alle absidi, decorazioni con archi bicromi intrecciati rivelano influenze del mondo islamico spagnolo e africano. L’amministrazione privata della Basilica legata alla nobile famiglia ne seguì le sorti e così quando i D’Afflitto a causa della decadenza dei comuni costieri furono costretti a dividersi tra Napoli, Puglia e Sicilia, anche la Chiesa andò incontro ad una lungo e lento abbandono. Fu soltanto nel 1993 che la Sovrintendenza di Salerno decise per un intervento di recupero che restituisse alla Basilica il suo antico splendore pur conservandone le vestigia.
A metà strada tra Ravello e Amalfi, protesa su un rilievo calcareo rivestito da un bosco mediterraneo, è facile scorgere la Torre dello Ziro, nella piccola frazione di Pontone. Le sue origini intorno all’anno 1100, la collocano tra le roccaforti difensive erette lungo la costa contro le incursioni saracene. Nel XVI secolo fu teatro di uno degli episodi più sanguinosi della storia di Amalfi. Giovanna d’Aragona, detta “la Pazza”, vi fu rinchiusa e giustiziata insieme ai suoi tre figli, rea di aver stretto una relazione con il suo maggiordomo di corte, dopo essere rimasta vedova del duca d’Amalfi, Alfonso Piccolomini, al quale fu data in sposa a soli 12 anni.