E’ la parte alta della città di Pozzuoli, un agglomerato urbano situato sulla rocca tufacea e abitato sin dal II sec. a.C. Tra i porti più fiorenti dell’Impero Romano, fu in questo periodo che conobbe il suo massimo splendore. Puteoli, divenuta colonia romana nel 194 a.C., fu il principale porto di Roma e godette a lungo del suo prestigio e della sua ricchezza. Con la nascita del porto di Ostia e la successiva caduta dell’Impero, la città di Puteoli, perso il ruolo strategico e commerciale, si avviò verso un lento ed inesorabile declino, aggravato dalla natura morfologica del territorio, soggetto a fenomeni di bradisismo e terremoti sempre più frequenti. Nonostante ciò, la rocca continuò ad essere abitata nei secoli a seguire, edificando le nuove costruzioni su ciò che vi era di preesistente.E’ così, dal 400 d.C. in poi, iniziò una stratificazione vera e propria dell’intera area, così che le culture che vi subentrarono, costruirono botteghe ed abitazioni sulle stesse mura romane. La stratificazione architettonica è un processo comune dell’intera area partenopea, data la storia millenaria del territorio, ma è qui che diventa realmente percepibile nella sua forma più evidente e spettacolare. Secoli dopo secoli, pietra su pietra, civiltà su civiltà, hanno costruito, inglobato, fagocitato ciò che vi era prima tanto da renderlo spesso nascosto e invisibile.
Il Duomo di Pozzuoli, edificato nel ‘600 sotto la dominazione spagnola, è senz’altro l’esempio più evidente di tutto ciò, di come la stratificazione sia stata parte integrante nell’urbanistica di questa parte della città. L’incendio del duomo, nel 1964, mise a nudo le colonne del tempio di Augusto entro il quale era stato inglobato, portanto così alla luce la natura architettornica preesistente dell’edificio, a sua volta risalente ad un ulteriore tempio di età repubblicana. Un intenso lavoro di restaturo ha restituito oggi un unicum architettonico dove le colonne del tempio, intervallate da vetrate, delimitano l’edificio religioso che ha conservato l’abside seicentesco ricco di prestigiose opere pittoriche. La rocca continuò ad essere abitata fino agli anni ’60, mantenendo comunque il ruolo di cuore pulsante e popolare della città fino al 1970, anno in cui fu evacuata definitivamente a seguito di frequenti sciami bradisismici. Cadde così in totale abbandono e isolamento fino agli anni ’90, quando si decise per la riqualificazione dell’area attraverso un intenso piano di restauro. Grazie ai lavori intrapresi, è stato possibile portare alla luce un intero percorso archeologico sotterraneo, perfettamente conservato, che testimonia quali dovessero essere usi, costumi e urbanistica 2000 anni fa. Rione Terra, in attesa del completamento dei lavori, è in buona parte oggi visitabile e resta un museo a cielo aperto unico nel suo genere. Visitarlo è come entrare in una macchina del tempo in grado di ripercorrere secoli di storia meravigliosamente conservati e restituiti ai visitatori attraverso moderni interventi di restauro che ne esaltano la magnificenza oltre lo straordinario valore archeologico.