La collezione egizia del MANN

Seconda per importanza a quella del Museo Egizio di Torino, la collezione egizia del Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN) torna sotto una nuova luce dopo sei anni di lungo restauro. I reperti esposti vanno dall’Antico Regno fino all’età tolemaica-romana e provengono da collezioni private e scavi archeologici d’età borbonica nell’area vesuviana. L’allestimento delle sale è dinamico, suggestivo ed esaltato da pannelli colorati che richiamano nelle cromie i colori primari legati alla simbologia egizia: il blu, per il fiume e la rinascita, il rosso, per il deserto, la morte e il caos, ed il giallo come transizione tra i due poli. Due collezioni private di grande valore, la collezione Borgia e quella Drosso-Picchianti, occupano le sale espositive restituendo un ricco patrimonio archeologico attraverso il quale è possibile percorrere tutta la storia di una delle civiltà più affascinanti mai esistite, seguendo un itinerario tematico che contribuisce ad una chiara e facile comprensione.

La collezione Borgia ha origine nella seconda metà del ‘700 dal Cardinale Stefano Borgia, personaggio di grande cultura e fervido appassionato di storia e antiquaria, che già vantava una ricca collezione di reperti provenienti dai dintorni di Roma e Velletri. Nel corso degli anni, a seguito di continue donazioni da parte di missionari ed inviati impegnati nelle missioni cattoliche all’estero, il Cardinale Borgia cominciò ad arricchire sempre più la sua collezione con reperti egizi. La collezione Borgia è, inoltre, tra le più antiche d’Europa, in quanto nata antecedentemente alla diffusione dell’interesse europeo per l’Egitto esploso a seguito della campagna napoleonica (egittomania).

I coniugi Angelica Drosso e Giuseppe Picchianti erano invece appassionati viaggiatori veneti che nell’800 riuscirono ad accumulare una gran quantità di reperti grazie ai a lunghi viaggi in Egitto. Fanno parte della collezione soprattutto oggetti derivanti da corredi funerari, canopi, sarcofagi, mummie, specchi, utensili d’uso quotidiano,  e tutto ciò che fosse legato al mondo occulto e misterioso della morte, tanto di moda nella cultura ottocentesca. Dalla statuaria della collezione Borgia, che testimonia attraverso busti e statue la società egizia, si passa così ad un’ampia raccolta di oggetti che raccontano il profondo legame degli Egizi con l’aldilà. Non mancano mummie integre con sarcofagi e resti umani dall’aspetto macabro curati nel dettaglio: come i 4 piedi avvolti dalla passamaneria e conservati in una campana di vetro, vero e proprio souvenir per gli estimatori europei dell’800. Perfino un coccodrillo lungo 2 metri fa mostra di sè perfettamente mummificato, avvolto nelle bende insieme a due piccoli.

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