La costa d’Amalfi da secoli incanta viaggiatori e artisti provenienti da ogni parte del mondo che qui trovano ispirazione, estasiati da un paesaggio unico nel suo genere dove i monti si gettano nelle profondità del mare e i borghi degradano lungo le pareti rocciose regalando al visitatore scorci pittoreschi e di altri tempi. A rendere più unico il paesaggio è soprattutto il fascino legato alla leggenda e al mito ed ecco che scogli, anfratti, calette, sentieri, diventano dimora di figure mitologiche e divinità che qui la tradizione colloca nel silenzio e nel mistero del paesaggio naturale. Abbandonati i centri turistici di Amalfi, Positano e Sorrento la costa man mano che si protende verso l’estermità peninsulare sia da est che da ovest, lascia spazio ad un paesaggio ancora più aspro e accidentato ma particolarmente affascinante nella sua natura selvaggia e incontaminata. E’ l’area di Punta Campanella, rientrante nel comune di Massa Lubrense, spartiacque tra il Golfo di Napoli e quello di Salerno, che regala scorci di rara bellezza, gelosamente custoditi dall’asperità del territorio che alterna falesie, grotte e calette incastonate come diamanti tra le tonalità di un mare cristallino.
All’estremità il faro con la torre saracena guarda l’isola di Capri posta esattamente di fronte mentre il monte degrada con alte falesie rocciose a picco nel mare dall’azzurro intenso. Da qui la vista spazia ad ovest su tutto il golfo di Napoli, potendo così scorgere le isole e tutta la costa fino a capo Miseno, ad est il golfo di Salerno. Qui, la presenza dell’uomo è già lontana e il borgo antico di Nerano, una piccola frazione di Massa Lubrense, che dall’alto degrada verso Marina del Cantone, segna l’ultimo traguardo per chi percorre la strada costiera. Basta superare la piazzetta del piccolo centro e già un cartello indica l’ingresso del sentiero che conduce alla Baia di Ieranto. E’ uno dei tanti sentieri tracciati dal CAI che come arterie si diramano lungo i monti Lattari in un dedalo di vie secolari tutte da esplorare. Basta percorrere pochi metri ed una maiolica affissa ad un cencello ricorda che tale luogo fu fonte d’ispirazione per lo scrittore inglese Douglas che qui iniziò la stesura di “Sirenland“: la terra delle Sirene. E’ qui che, secondo la mitologia, dimoravano le Sirene che con il loro canto avrebbero tentato di ammaliare Ulisse durante il suo viaggio. La Baia di Ieranto, amena e solitaria si apre ad Est di Punta Campanella e rientra anch’essa nell’omonima Area Marina Protetta. Tutelata e interdetta alla navigazione è uno dei pochi luoghi su tutta la costa di cui è possibile goderne l’intera natura, nella sua vasitità.
Percorrendo così il sentiero, si assiste ad un paesaggio di rara bellezza dove la macchia mediterranea cede posto a terrazze di uliveti e torri saracene e il mare assume i colori di un blu denso e profondo. Il sentiero di media dificoltà dapprima agevole diventa sempre più ripido e scosceso man mano che si raggiunge il mare. Dall’alto la vista spazia dalla torre saracena di Montalto alle falesie del Monte S. Costanzo che degradano fino a perdersi all’estremità del faro e ai faraglioni di Capri. Davanti si apre maestosa la baia con le sue tonalità azzurre che si incunea nell’insenatura dando vita alla grande baia, quella vera e propria e alla piccola caletta di Capitello. La Baia di Ieranto è oggi tutelata dal FAI (Fondo Ambiente Italiano) che con i suoi interventi ne assicura l’integrità e la naturalezza. Ben visibili, infatti, sono i segni della cava calcarea abbandonata ormai da anni, di cui restano il molo e alcuni edifici ormai simbolo dell’archeologia industriale di un tempo. L’Area, così dismessa , dalla sua funzione di estrazione calcarea, è stata recuperata e riconsegnata alla sua naturale bellezza. Il sentiero conduce così direttamente alla piccola spiaggetta di Capitello e si prolunga poi al molo e agli edifici posti in alto, che conservano tramogge e altri macchinari a scopo didattico. La Baia Grande è invece raggiungibile solo via mare, racchiusa tra pareti a strapiombo e circondata da grotte, ma l’incanto del luogo è tale da ripagare presto ogni fatica fatta a nuoto per raggiungerla. Una volta arrivati, basterà stare in silenzio e con lo sguardo volto verso l’orizzonte, tra i faraglioni di Capri, le grotte, i gabbiani e le falesie, vi sembrerà di udire ancora il canto delle Sirene.
La Baia di Ieranto, essendo parte integrante dell’area marina protetta di Punta Campanella, costituisce un’area ricca di biodiversità. La salvaguardia dell’ambiente marino ha consentito il ripopolamento, nel corso degli anni, di specie a rischio nel Mediterraneo. Dalle scogliere a strapiombo che precipitano nel mare, rivestite di madrepore dall’arancio intenso (Astroides calycularis), alle praterie di posidonia che a macchie tappezzano il fondale sabbioso, la baia racchiude diverse tipologie di substrati idonei all’insediamento di una ricca vaietà di organismi marini. La morfologia del territorio è inoltre caratterizzata da numerose grotte e anfratti che ovunque si aprono fino al mare, visibili sia in superficie quanto in immersione. Basterà quindi munirsi di maschera e pinne e scandagliare la costa per scoprire quanto sia semplice scoprire un’infinità di organismi bentonici dalle forme e dai colori più disparati, difficili da osservare altrove.