cava con felci e piante tropicali

La Cutura – Orto Botanico

Siamo in Puglia, nel Salento, in quell’estrema propaggine della penisola che, racchiusa tra i due mari, è tanto nota per i suoi uliveti, per la sua storia, per il suo mare cristallino dalla sabbia bianca. Un viaggio nel Salento è una continua scoperta di luoghi ancora selvaggi e incontaminati dove la tradizione popolare vive quotidianamente dei gesti e nel folklore del popolo salentino. Salentino è infatti Salvatore Cezzi, fondatore del giardino botanico “La Cutura”, un luogo straordinario ricco di fascino e di sorprendente bellezza che si trova a metà strada tra Palmeriggi e Giugianello, nell’entroterra leccese. Oggi al giardino botanico si affianca anche un ristorante gestito dai figli del fondatore che hanno aperto al pubblico l’intera struttura in modo da permettere al visitatore un luogo esclusivo ed unico nel suo genere in cui poter anche degustare qualche specialità culinaria tipica del luogo. Insomma una visita a ” La Cutura” si trasforma presto in un abbandono totale dei sensi tanto che si resta inebriati dall’incanto del luogo. Il giardino così come il ristorante sono stati ricavati dalla ristrutturazione di un’ antica tenuta  e già all’arrivo, da lontano, è riconoscibile, nella campagna circostante, l’area verde e lussureggiante che ne indica la presenza. Ad accogliervi potreste trovare lo stesso fondatore, che vi racconterà la sua storia appassionata di ex bancario con un’ amore viscerale per la botanica ed in particolare per le piante grasse, suoi gioielli da collezione. S. Cezzi ereditò la tenuta da sua nonna, di origine spagnola ed i suoi numerosi viaggi furono da sempre occasione per conoscere e importare specie vegetali da ogni parte del mondo e tante furono le specie importate che la sua collezione si ampliò al  punto da trasformare la tenuta di campagna in un vero e proprio orto botanico. Si legge negli occhi di Salvatore con quanta passione quest’uomo abbia coltivato il suo amore: ed è quello che stupisce.

 

 

E’ un uomo la cui eleganza e compostezza traspare dai suoi gesti, dal modo in cui, con ovvio orgoglio, racconta e guida il gruppo di visitatori tra i sentieri del suo giardino, tra i corridoi delle sue serre. La Cutura non è un giardino botanico come gli altri. Qui, le aree da visitare sono divise in giardini ciascuno con il suo nome che suggerisce e raccoglie già il senso delle specie vegetali in esso ospitate. E tra i giardini svetta l’enorme serra in policarbonato alta  fino a 16 metri che ospita ben 2000 esemplari  di piante grasse e tropicali provenienti da ogni parte del mondo. La prima visita è quella al giardino roccioso, dove dimorano, all’aperto tra le rocce, agavi, cactus e opuntie di dimensioni enormi.Ma è nella serra che si resta senza fiato per la straordinaria varietà e la sorprendente bellezza delle specie messe a dimora. Cactus alti decine di metri, alcuni secolari, longilinei, globulari dalle forme e dalle sembianze più rare e insolite. Una collezione che “il dottor Cezzi” definisce unica in Europa. Un’opera mastodontica, la serra, che ricrea le condizioni ambientali adatte alla vita delle specie ospitate, talmente imponente da lasciare sorpresi: è questo il cuore dell’orto botanico, il fiore all’occhiello che raccoglie una collezione pregiata ed unica nel suo genere.  Dal giardino roccioso si passa poi al giardino all’italiana con le siepi geometriche e le piante officinali.Il percorso segue poi attraverso il giardino dei semplici, che accoglie specie poco esigenti ed aromatiche ed introduce al bosco di lecci, dove alberi secolari fanno da scenario a rappresentazioni ed eventi culturali che si tengono nella tenuta.Attraversato il bosco si passa poi al giardino segreto, chiamato così perchè nasconde agli occhi del visitatore delle meraviglie inaspettate come ex cave di tufo trasformate in serre per piante tropicali degli ambienti umidi o per agrumi rari. Il giardino segreto si anima anche di una fauna che vede  animali d’allevamento come galline faraone, fagiani, capre, anatre, cavalli ma anche daini e cigni neri che fanno bella mostra di sè rendendo il posto ancora più naturale e suggestivo.

 

 

Nell’orto botanico trovano anche posto un roseto che accoglie più di 100 varietà di rose , uno stagno, ricco di ninfee, canne palustri e papiri, ed una serra, ospitante invece le piante grasse da collezione, quelle più pregiate, quelle che non esistono in natura ma  che sono frutto di ibridi che Salvatore stesso ancora innesta e incrocia per ottenere le varietà più spettacolari e ricercate dai collezionisti di tutto il mondo.  Il dottore ci racconta  così  le tecniche di innesto e la dedizione necessaria per poter ottenere i risultati migliori, frutto di una pazienza partorita solo da un amore profondo per le piante. Ma La Cutura non è soltanto un immenso giardino.

 

 

Realizzato da un’antica tenuta di campagna conserva ancora il cuore storico dell’edificio in quello che nel percorso è indicato come il borgo antico, ovvero quella parte del giardino dove attraverso il casolare, le mura ricoperte di vite, le otri e i tavoli imbanditi per la sera, si respira ancora il sapore dell’antica tradizione. Il borgo antico è per il dottor Cenzi “un piccolo angolo di Spagna”. Qui, in effetti, i colori , i gesti delle donne affaccendate nei preparativi della cucina, l’ambiente caldo e rustico, rimandano ad atmosfere tipiche di quel luogo. Una visita in questo luogo straordinario si rivela dunque essere un’esperienza entusiasmante ricca di fascino ma anche di eleganza per la cura messa nella sua realizzazione. Qui nulla è per caso, ma ogni dettaglio diventa insostituibile ed essenziale. La musica classica iniziale che si diffonde nell’ambiente accoglie il visitatore assecondando la vista alla scoperta continua degli ambienti da esplorare. “Totò” ci dice che la musica classica fa bene alle piante, la sentono, la percepiscono e se il risultato è in quello che vediamo allora non resta che crederci! Il percorso si conclude al punto di partenza dove qui, a dimora sono messe in vendita alcune piantine grasse. Non resta che comprarne una, con l’idea di portare a casa un angolino di quel paradiso creato dalla passione e dalla volontà di un “bambino che amava le piante”.
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